Poesie di SzymborskaPOESIA  La fine e l'inizio                        

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La fine e l'inizio

 
Dopo ogni guerra
 c'e' chi deve ripulire.
 In fondo un po' d'ordine
 da solo non si fa.

 C'e' chi deve spingere le macerie
 ai bordi delle strade
 per far passare
 i carri pieni di cadaveri.

 C'e' chi deve sprofondare
 nella melma e nella cenere,
 tra le molle dei divani letto,
 le schegge di vetro
 e gli stracci insanguinati.

  C'e' chi deve trascinare una trave
  per puntellare il muro,
 c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
 e montare la porta sui cardini.

 Non e' fotogenico
 e ci vogliono anni.
 Tutte le telecamere sono gia' partite
  per un'altra guerra.

  Bisogna ricostruire i ponti
  e anche le stazioni.
  Le maniche saranno a brandelli
  a forza di rimboccarle.

  C'e' chi con la scopa in mano
  ricorda ancora com'era.
  C'e' chi ascolta
  annuendo con la testa non mozzata.
  Ma presto
  gli gireranno intorno altri
  che ne saranno annoiati.

  C'e' chi talvolta
  dissotterrera' da sotto un cespuglio
  argomenti corrosi dalla ruggine
  e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

  Chi sapeva
  di che si trattava,
  deve far posto a quelli
  che ne sanno poco.
  E meno di poco.
  E infine assolutamente nulla.

  Sull'erba che ha ricoperto
  le cause e gli effetti,
  c'e' chi deve starsene disteso
  con la spiga tra i denti,
  perso a fissare le nuvole.

      La moglie di Lot

      (da Grande numero)

 Ho guardato indietro, è vero.
 Dicono per curiosità.
 Non pensano neppure che potessi avere altri motivi:
 il rimpianto di una coppa d'argento
 lasciata nella mia casa di Sodoma.
 La voglia di non vedere più il mio probo marito
 che mi camminava davanti.
 La voglia di verificare se si sarebbe fermato,
 qualora fossi morta (non si fermò).
 La disubbidienza degli umili.
 La speranza che Dio ci avesse ripensato,
 e non facesse morire migliaia di innocenti.
 La solitudine e la vergogna di fuggire così di nascosto.
 Ma forse fu solo un colpo di vento
 che mi sciolse i capelli
 e che istintivamente mi fece girare la testa.
 È possibile che io sia caduta, e poi divenuta di sale
 con il viso rivolto alla città.

           

       poesie di Wislawa Szymborska                          

 

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