Poesie di Eugenio Montale : poesia  A mia madre                            

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A mia madre

 

       Ora che il coro delle coturnici
       ti blandisce nel sonno eterno, rotta
       felice schiera in fuga verso i clivi
       vendemmiati del Mesco, or che la lotta
       dei viventi piú infuria, se tu cedi
       come un'ombra la spoglia
                                  (e non è un'ombra,
       o gentile, non è ciò che tu credi)
       chi ti proteggerà? La strada sgombra
       non è una via, solo due mani, un volto,
       quelle mani, quel volto, il gesto d'una
       vita che non è un'altra ma se stessa,
       solo questo ti pone nell'eliso
       folto d'anima e voci in cui tu vivi;

       e la domanda che tu lasci è anch'essa
       un gesto tuo, all'ombra delle croci.

       

        Fumo

 

        Conforto delle lunghe insonni notti
        d'inverno
               - allora in labirinti oscuri
        errò, di angoscia, il pensiero; la mano
        corse affannosa al tuo richiamo -
                                                 il filo
        tenue che sale, poi si rompe, il cielo,
        dall'aperta finestra, di un suo raggio
        colora;

        e mi ricorda una casetta, sola
        fra i campi, che fumava per la cena.

 

 

       Poesie Montale 

 

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